lunedì 30 gennaio 2012

Come un pollo (o, titolo alternativo: S.)

Come un pollo. Sono stato smascherato come un pollo. Mi son fatto fregare come un pischello alle prime armi. Mi hanno già scoperto... Mi ha già scoperto. Lui, S., mi ha trovato. Mi ha stanato. Dopo neanche quattro mesi...

Bene. È ora di fare chiarezza. È quello che devo fare.

Come forse i più scaltri tra di voi avranno immaginato, Manoel O. Dias (la O. sta per Octavio), che sarei io, non esiste. È un'invenzione, un personaggio fittizio, una montatura. Manoel O. Dias è il mio pseudonimo da blogger. Non sono nato in Portogallo il 2 Settembre 1975 (il resto è tutto vero).

Ora, direte voi, perché tutto questo mistero? Perché nascondersi? Perché non rivelare la propria identità? Queste sono le stesse domande che mi pone dall'ottobre 2011 quello schianto di donna che è la mia donna, ma io non sono ancora stato capace di spiegarmi. Di spiegarle.

Allora, il punto è che io davvero non sopporto chi tiene un blog. È più forte di me. I blogger non li sopporto. Narcisismo e chiacchiere. E poi tutta una serie di frasi. "Dai un'occhiata al mio blog!", "Come ho anche scritto sul mio blog...", "A questa cosa ho anche dedicato un post sul mio blog...". Eccetera. Frasi che, come direbbe Fulvio Abbate*, mi provocano orrore.

D'altro canto, però, innegabilmente, sono un chiacchierone narcisista.

Insomma, il compromesso che avevo raggiunto con me stesso (con l'altro me stesso: Manoel O. Dias) era il seguente: fai un blog, ma fallo anonimo, o inventati uno pseudonimo. Non dire a nessuno cosa fai. Resta nell'ombra. Prima o poi ti scopriranno, quando il tuo blog diventerà (sì, lo diventerà) il più popolare d'Italia allora ti scopriranno, ma prima resta nell'ombra.

Poi ho fatto un passo falso. Il post su Teledurruti e sul suo ideatore, Fulvio Abbate. E la potenza di Google. La malvagia potenza di Google.

S. mi ha stanato perché mi conosce. Mi conosce bene. Perché parliamo spesso, ci raccontiamo le nostre vite. E quindi S. sapeva. Sapeva che stavo leggendo Q. Sapeva che non mi stava piacendo, mentre era stato proprio lui a consigliarmene la lettura.

Ed S., come me, ama smisuratamente Fulvio Abbate.

Certe discussioni possono terminare solamente grazie a un parere autorevole e indiscutibile. Un parere insindacabile. Super partes.

E se io e S. discutiamo un libro e non sappiamo raggiungere un accordo riguardo alla sulla sua qualità, beh, in quel caso solo Fulvio Abbate può dirimere la contesa.

Ed è per quello che S., su Google, ha scritto "fulvio abbate q luther blisset", ed è arrivato a me. È arrivato qui.

E mi ha stanato.

Ma Manoel non sparirà nel nulla. Questo blog continuerà, nonostante il suo autore dalle mille identità** sia stato oramai smascherato. Il blog continuerà, perché S. è sceso a patti con me.

Sì, S. è sceso a patti con me.

Dieci birre. Dieci birre sono bastate a comprare il suo silenzio.

[Ieri ho finito Q, la recensione arriverà prestissimo. Non mi è piaciuto, ma l'ho letto fino in fondo, e lo stile di questo post un po' (e volutamente) ne risente... Questo è Q, caro S., ed è per questo che non mi è piaciuto.]

__________

* Fulvio Abbate è il mio intellettuale di riferimento. Si veda il post Torni a bordo, cazzo! per ulteriori informazioni.

** Sono solo due, ma fatemi atteggiare un po', dai... Poi devo copiare Q, mi servono mille identità cazzo!

3 commenti:

  1. Essere scoperte è il più grande incubo di me e Midori! Ma hai mercanteggiato bene...
    Comunque Q è veramente brutto, concordo.

    Alex V

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  2. Caro Manoel,

    sono contento di averti scoperto perche' cosi' avro' il piacere di leggere il tuo blog (e anche perche' ho un'arma di ricatto e posso farmi pagare le birre).

    Confesso pubblicamente che mi piace ascoltare le cose che hai da dire e sono contento che ora rimangono scritte cosi' da poterle leggere anche quando non ci vediamo (visto che sono sempre piu' rare le occasioni che abbiamo per vederci).

    Avere un'identita' segreta puo' essere intrigante ma credo non necessario. Potresti fare tranquillamente il tuo blog usando il tuo vero nome e comunque non dire a nessuno che lo scrivi. Forse questa soluzione e' troppo semplice e manca di poesia ma a me piace essere semplice e diretto. Sara' per questo che non ho un mio blog?

    Continuando sulle identita' segrete... Chi sa, magari tra quelli che ti seguono ci sono altre persone che ti conoscono e magari commentano i tuoi scritti usando a loro volta degli pseudonimi. Insomma una gran festa di carnevale dove sono tutti un po' mascherati ma alla fine sempre i soliti. Chi sa...

    Per concludere commento su Q: a me e' piaciuto ma ho trovato il tuo punto di vista (avendolo ricevuto a voce in anteprima) comunque interessante.
    Forse e' questa la parte piu' bella dell'esprimere le proprie opinioni (o scrivere un blog): confrontare le proprie idee e avere la possibilita' di ascoltare il punto di vista degli altri. Del resto la valutazione di un libro, di un film o di tutte le altre forme d'arte sia talmente personale che lascia il tempo che trova.

    s

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  3. per Alex V (e Midori): resistere, resistere, resistere.

    per S.: rispondero' a tutto quello che dici. magari faccio partire l'ennesima rubrica: Identita' segrete.
    Comunque questo commento serve a dire che son contento che sia stato tu a scovarmi per primo.

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